Iber Cup – Estoril 4-9 luglio 2023
“Hei Nab, vediamoci per un caffè…” comincia con queste poche parole del mio Presidente, col quale mi vedo il giorno dopo, la mia avventura come arbitro fuori dall’Italia…
“Hei Nab, vediamoci per un caffè…” comincia con queste poche parole del mio Presidente, col quale mi vedo il giorno dopo, la mia avventura come arbitro fuori dall’Italia…
Si parla del più e del meno e del mio imminente ingresso al Comitato Regionale dal 1° luglio. Al momento dei saluti, con un gran sorriso, il Pres. mi dice che sono stato scelto fra i cinquanta giovani arbitri che rappresenteranno l’Italia alla Iber Cup a Cascais-Estoril in Portogallo.
Un attimo dopo ero parcheggiato davanti casa, inconsapevole di come avessi fatto ad arrivarci, tante erano le emozioni che mi hanno colpito in quel piccolo lasso di tempo: andavo in Portogallo a fare una delle cose che più mi piacciono, arbitrare.
Il tempo stringe, biglietti, bagaglio, le pratiche burocratiche necessarie al viaggio, e poi, come in un sogno, il 3 luglio sono su un aereo diretto a Lisbona sul quale riconosco altri giovani arbitri di tutt’Italia che avrebbero diviso con me quest’avventura.
Il giorno dopo, sono cominciate le frenetiche giornate nei dintorni di Estroil dove eravamo tutti alloggiati, con le prime riunioni, i primi allenamenti, finalmente le prime gare di questa Iber Cup che, oltre a noi 50 giovani arbitri italiani, hanno visto la partecipazione di nostri pari età provenienti da Irlanda del Nord, Svezia, Germania, Ungheria, Belgio e Polonia, nell’ambito di questo cosiddetto “Erasmus Arbitrale” all’interno di questa manifestazione calcistica con oltre 200 squadre provenienti da tutto il mondo, dalla categoria Under 13 (Esordienti) alla Under 19 (Juniores) in rappresentanza di 30 Paesi.
Il periodo dell’Erasmus è stato di una sola settimana… il 9 luglio ero già a casa cercando di rispondere al bombardamento di domande che mi facevano in famiglia fin dal momento del mio arrivo: sono state giornate piene, dalla prima all’ultima grazie soprattutto alla perfetta organizzazione che ha coordinato gli orari, le designazioni, i colloqui con gli osservatori, i momenti di riunione ad ascoltare grandi dell’arbitraggio, Claudio Gavillucci, Matthew Day, Alex Saethern che si sono presi la briga di venire a salutarci e a parlarci un po’ del loro passato e molto del nostro futuro (…”We are the past, you are the future…”) ad insegnarci come muoverci, rapportarci con calciatori e colleghi, a farci capire di come coltivare l’autostima, a vivere in gruppo, ad elevare lo spirito di corpo che deve contraddistinguere sempre la nostra associazione.
Grande è stato anche il lavoro dei numerosi volontari, quasi tutti portoghesi, che ci hanno fatto sentire a casa in ogni momento di questa fantastica avventura. Il rapporto poi con gli altri arbitri, gli italiani Michele Sciarrillo, Giona Cavallari e Maria Giulia Buccheri, e gli altri Ágoston Potoczky, Giel Ceyssens, Reu Spiteri e Olivia i con i quali ho legato più che con altri.
Un particolare ringraziamento agli Osservatori internazionali, Marchi (italia), Buhl e Prinzler (Germania), Richardson (Inghilterra) che in questi giorni hanno avuto per me buone parole ma soprattutto preziosi insegnamenti umani e sportivi.
Sono arbitro da un solo anno e mezzo e l’essere riuscito a partecipare a quest’esperienza rara, anzi per me unica, ha fatto in modo di dare una svolta radicale al mio modo di vivere, di vedere le cose, di capire che la vita riserva grandissime sorprese e l’essere riuscito, in pochi giorni, ad affinare le mie capacità atletiche, arbitrali, umane, potrà solo farmi scrivere pagine fantastiche della mia vita, grazie al mio percorso di uomo e di arbitro; da qualche anno ho scoperto questo mondo meraviglioso che mi sta elevando giorno dopo giorno, che mi fa scoprire le mille sfaccettature di una vita che vale veramente la pena di vivere, dentro lo sport ma specialmente nel rapporto con gli altri.
Questi giorni, ho raggiunto nuovi livelli di conoscenza del mondo del calcio, un’esperienza che ti forma anche mentalmente: vita “fuori”, il rispetto, la fratellanza all’interno dall’Associazione, tutto magnifico, tutto speciale, mi ha dato, ha dato a tutti noi la forza e il coraggio di affrontare queste giornate con determinazione, sapendo di dover dare sempre oltre il nostro 100%.
Un grande ringraziamento al Comitato Nazionale che ha voluto darmi questa fantastica opportunità, al Presidente e tutto il Consiglio Direttivo della mia Sezione di Lugo di Romagna che ha avallato e sostenuto la mia domanda, oltre alla mia formazione arbitrale di sempre.
Un attimo dopo ero parcheggiato davanti casa, inconsapevole di come avessi fatto ad arrivarci, tante erano le emozioni che mi hanno colpito in quel piccolo lasso di tempo: andavo in Portogallo a fare una delle cose che più mi piacciono, arbitrare.
Il tempo stringe, biglietti, bagaglio, le pratiche burocratiche necessarie al viaggio, e poi, come in un sogno, il 3 luglio sono su un aereo diretto a Lisbona sul quale riconosco altri giovani arbitri di tutt’Italia che avrebbero diviso con me quest’avventura.
Il giorno dopo, sono cominciate le frenetiche giornate nei dintorni di Estroil dove eravamo tutti alloggiati, con le prime riunioni, i primi allenamenti, finalmente le prime gare di questa Iber Cup che, oltre a noi 50 giovani arbitri italiani, hanno visto la partecipazione di nostri pari età provenienti da Irlanda del Nord, Svezia, Germania, Ungheria, Belgio e Polonia, nell’ambito di questo cosiddetto “Erasmus Arbitrale” all’interno di questa manifestazione calcistica con oltre 200 squadre provenienti da tutto il mondo, dalla categoria Under 13 (Esordienti) alla Under 19 (Juniores) in rappresentanza di 30 Paesi.
Il periodo dell’Erasmus è stato di una sola settimana… il 9 luglio ero già a casa cercando di rispondere al bombardamento di domande che mi facevano in famiglia fin dal momento del mio arrivo: sono state giornate piene, dalla prima all’ultima grazie soprattutto alla perfetta organizzazione che ha coordinato gli orari, le designazioni, i colloqui con gli osservatori, i momenti di riunione ad ascoltare grandi dell’arbitraggio, Claudio Gavillucci, Matthew Day, Alex Saethern che si sono presi la briga di venire a salutarci e a parlarci un po’ del loro passato e molto del nostro futuro (…”We are the past, you are the future…”) ad insegnarci come muoverci, rapportarci con calciatori e colleghi, a farci capire di come coltivare l’autostima, a vivere in gruppo, ad elevare lo spirito di corpo che deve contraddistinguere sempre la nostra associazione.
Grande è stato anche il lavoro dei numerosi volontari, quasi tutti portoghesi, che ci hanno fatto sentire a casa in ogni momento di questa fantastica avventura. Il rapporto poi con gli altri arbitri, gli italiani Michele Sciarrillo, Giona Cavallari e Maria Giulia Buccheri, e gli altri Ágoston Potoczky, Giel Ceyssens, Reu Spiteri e Olivia i con i quali ho legato più che con altri.
Un particolare ringraziamento agli Osservatori internazionali, Marchi (italia), Buhl e Prinzler (Germania), Richardson (Inghilterra) che in questi giorni hanno avuto per me buone parole ma soprattutto preziosi insegnamenti umani e sportivi.
Sono arbitro da un solo anno e mezzo e l’essere riuscito a partecipare a quest’esperienza rara, anzi per me unica, ha fatto in modo di dare una svolta radicale al mio modo di vivere, di vedere le cose, di capire che la vita riserva grandissime sorprese e l’essere riuscito, in pochi giorni, ad affinare le mie capacità atletiche, arbitrali, umane, potrà solo farmi scrivere pagine fantastiche della mia vita, grazie al mio percorso di uomo e di arbitro; da qualche anno ho scoperto questo mondo meraviglioso che mi sta elevando giorno dopo giorno, che mi fa scoprire le mille sfaccettature di una vita che vale veramente la pena di vivere, dentro lo sport ma specialmente nel rapporto con gli altri.
Questi giorni, ho raggiunto nuovi livelli di conoscenza del mondo del calcio, un’esperienza che ti forma anche mentalmente: vita “fuori”, il rispetto, la fratellanza all’interno dall’Associazione, tutto magnifico, tutto speciale, mi ha dato, ha dato a tutti noi la forza e il coraggio di affrontare queste giornate con determinazione, sapendo di dover dare sempre oltre il nostro 100%.
Un grande ringraziamento al Comitato Nazionale che ha voluto darmi questa fantastica opportunità, al Presidente e tutto il Consiglio Direttivo della mia Sezione di Lugo di Romagna che ha avallato e sostenuto la mia domanda, oltre alla mia formazione arbitrale di sempre.
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